Nella
tradizione ligure, il ciclo dell'anno agrario e contadino è
costellato da una serie di ricorrenze e culti che potremmo definire
un “mix” tra sacro e profano. Spesso non si conoscono le antiche
radici che hanno dato origine a questi rituali.
Parliamo
stasera della Befana, vecchina che tutti i bambini adorano, nonostante
la filastrocca che accompagna questa festa:
“Arriva l' Epifania che
tutte le feste si porta via”
L'arrivo, infatti, della Befana porta
con se la conclusione delle feste natalizie.
La
vecchietta povera, vestita di stracci porta semplici doni ai
piccoli, quasi sempre cibo come caramelle, frutta secca e fresca
cioccolatini a chi si è comportato bene e carbone ai bimbi poco
ubbidienti. Questa vecchina misteriosa, quasi una strìa una bazzura,
arriva la dodicesima notte dopo il Natale, nel periodo di transizione
tra l'anno vecchio e quello nuovo.
L'
Epifania che significa "manifestazione" perchè secondo la
tradizione cristiana Dio si sarebbe rivelato agli uomini attraverso
la nascita di suo figlio non avrebbe nulla da spartire con la ben più
“pagana” Befana.
Il nome Befana infatti, secondo diverse teorie, sarebbe un
elisione dal latino che da Epiphania avrebbe portato a Befana. Come
possiamo vedere un altro passaggio dal pagano al cristiano.
Qui
in Liguria la Befana era, in tempi antichi, la rappresentazione di
Madre Natura. E' infatti finito l'anno vecchio e arrivato quello nuovo (cominciato da sei
giorni) e la Natura giunta oramai alla fine del suo ciclo vitale
prende le sembianze della Befana per portare piccoli doni. Il simbolo
di tale gesto lo si può ricercare nelle semenze, che giacciono oramai
sotto il terreno ed altre che presto (come Fave e Grano) verranno
seminate e, proprio grazie a queste, il ciclo vitale riprenderà, facendo tornare Madre Natura giovane e fertile.
Tradizioni
Qui
nelle valli un pezzo di carbone, oltre ad essere il simbolo di calore
ed energia, veniva conservato spesso vicino alla stufa, perchè si
riteneva, aiutasse a scacciare le malattie e le disgrazie.
Vi
era il rito del falò della vecchia (a parer mio molto inquietante)
dove appunto un pupazzo intrecciato con la paglia e vestito di stracci
vecchi veniva posto su di una pira e bruciato. Così sembra si
scacciasse l'anno vecchio aprendo definitivamente le
porte a quello nuovo. Alcuni anziani di paese raccontano anche che
questo gesto veniva compiuto solo durante gli anni “de maleoglia”
ciò di malora. Sembra che gli anni toccati da carestie e malanni
venissero a punto bruciati.
Un
rito che oramai si perde nelle nebbie del tempo è quello della
“savatta”.
Questa, altro non era che una scarpa vecchia e molto
logora, che veniva adagiata la sera della vigilia della venuta della
Befana al di fuori di una finestra. La vecchina passando l'avrebbe
poi riempita di piccoli doni.
Fonti:
Mie interviste fatte agli anziani dei paesi dell'entroterra ligure.
"Paesaggio invernale" Piera Cavanna (dal Web)
"La Vecchia" Giorgione (1508)
"Vecchi scarponi" Vincent Van Gogh (1886)
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