Il
Calendimaggio
o
cantar
maggio,
prende il nome dal periodo in cui si svolgono queste ricorrenze e
cioè l'inizio del mese
di maggio,
è una festa stagionale che ha luogo per festeggiare l'arrivo della
primavera e della bella stagione.
Il calendimaggio è una tradizione che vive ancora oggi in svariate regioni italiane come rappresentazione del ritorno alla vita e della rinascita.
Maggio
deriva dal latino Maia, Dea che gli Antichi Padri romani invocavano
per lo sviluppo delle Terra, per il buon andamento del tempo e per
favorire la crescita delle messi, della frutta, degli ortaggi.
In questo mese, la comunità contadina seguiva riti religiosi del maggio mariano, ovvero ogni sera si onorava la Vergine Maria il classico "Fioretto", recitando il rosario e le devozioni giaculatorie. Le giovani donne alle prime luci dell'alba della prima domenica di maggio si riunivano, a digiuno e quasi segretamente e facevano il giro delle chiesette ed edicole votive di campagna pregando lungo il cammino, lasciando offerte ed accendendo lumini. Questo rituale è molto antico e deriva dalla devozione tipicamente femminile e segreto verso la BONA DEA che ha un significato generale di Grande Madre, si venerava un'antica divinità laziale, il cui nome non poteva essere pronunciato. La descrizione del culto ci mostra una divinità che opera pro populo, quindi, per la salute di tutta Roma. Quali rappresentanti al femminile dello stato, le donne dell’aristocrazia sono preposte alla celebrazione del culto, un culto che veniva svolto strettamente in privato escludendo qualunque figura maschile, compresi gli animali. Questo culto alla Bona Dea avveniva durante il primo di maggio, ovvero durante le CALENDE, ed il sincretismo cristiano con la Vergine Maria è talmente evidente nel Veneto che non si può che rimanerne piacevolmente stupiti.
Le
donne venete poi ritornavano al paese in modo festoso e giocoso,
davano la sveglia a tutti gli abitanti elargendo benedizioni. La
tradizione contadina e casearia considera il latte ed i formaggi
prodotti a maggio i migliori dell'anno perchè armenti e greggi
brucavano il primo taglio di erba fresca e ricca di profumati fiori
che trasmettevano i delicati aromi del latte al formaggio.
I giovani maschi invece preparavano i MAGI da offrire alle ragazze prescelte che ricevevano dolci, ciambelle confetti, fiori rami d'albero arricchiti con nastri e fiori.
I
rami dell'albero significavano messaggi amorosi cifrati e
dichiarazioni d'amore come il Ciliegio-Zarzara "morosa cara",
Pioppo "morosa propria" Susino- Amular "moroso
caro"... Mentre le ragazze considerate poco serie, brutte ed
antipatiche, ricevevano sulla corte regali poco piacevoli come sterco
di animali vari o brutture, per questo motivo anche le ragazze che
nulla avevano da temere tenevano una scopa sottomano per "cavàr
ele bruture!".
I più burloni durante la notte ponevano di fronte alle porte delle abitazioni mastelli o altri attrezzi che ne ostacolavano l'uscita al mattino che il proprietario doveva rimuovere.
Iniziavano
anche le numerose sagre e feste paesane dedicate ai Santi, patroni,
in favore del Vino o delle Mietitura, alla Luce, alle giornate più
lunghe, con musiche, balli e tanta allegria, retaggio di un passato
Pagano ed Agreste che non è mai stato dimenticato.
Si ricordano le GRANDI ROGAZIONI e numerose peregrinazioni propiziatorie per invocare ottimi raccolti ed abbondanza per tutti.
Tutt'oggi si fanno pronostici sul buon esito della stagione agraria, sulla quantità e bontà dei raccolti, previsioni dei metereologi in occasione delle Rogazioni, è proibito inoltre raccogliere ortaggi durante la Pentecoste e l'Ascensione perchè nell'antico mondo Pagano Romano in questi giorni avvenivano le LEMURIA o Lemuralia che venivano celebrate il 9, l'11 e il 13 maggio, per esorcizzare gli spiriti dei morti, i lemuri. La tradizione voleva che ad istituire queste festività fosse stato Romolo per placare lo spirito del fratello Remo, da lui ucciso. Il rituale prevedeva che il pater familias gettasse alle sue spalle alcune fave nere per il numero simbolico di nove volte, recitando formule propiziatorie.
Le giovani donne non sposate inoltre salivano nei boschi o nella boscaglia Veneta per consumare dolci propiziatori.
Dott.ssa
Righetto Elena tutti i diritti riservati
BibliografiaEssenziale
-Lunario
-A.Cattabiani
-Calendario-
A.Cattabiani
-Almanacco
pagano - Pandemia edizioni
-L'anno,
i mesi ed i giorni nella cultura popolare del veneziano- M.Poppi
-Lunario,
calendario rurale Veneto e Friulano- R.Zanolli
-Storia
della Riviera del Brenta- A.Baldan
-Leggende
e racconti popolari del Veneto, AAVV, Newton Edizioni
Ringraziamenti: Ringrazio di cuore Elena per avermi donato il suo articolo sul Calendimaggio.
grazie a te amica mia è sempre un piacere ed un onore immenso!
RispondiEliminaElena la mia felicita' e' l'averti qui!
RispondiElimina