Io da piccola non avevo paura del buio, infatti, mamma racconta sempre, che uscivo dopo cena ed andavo a trovare le galline nel pollaio che già dormivano da un pezzo.
Poi, sempre nelle sere d'Estate scendevo nelle fasce, ed andavo a sentire le rane che cantavano i loro amori....
Però sempre secondo i suoi racconti, di una cosa avevo paura. Più che una "cosa" era una creatura, alquanto mitologica, della quale non si conoscevano le fattezze o tuttalpiù le si potevano solo immaginare.
Ebbene questa figura veniva chiamata dal nonno "U Tartan".
Sembrava avesse, secondo dicerie di paese, le sembianze di un grande coccodrillo, pieno di scaglie e dalla lunga lingua.
Nonno diceva che "U Tartan" viveva nella cantina, in un angolo buio e che ne usciva solo per far paura ai bambini che disobbedivano ai genitori.
La cantina non era nata tale.
Nei secoli precedenti era una cisterna.
Vi venivano conservati acqua, latte e ghiaccio..
Nel fondo della stanza vi era un piccolo passaggio, buio e stretto, che nei tempi in cui i congelatori non erano nelle case vi veniva conservato, appunto, il ghiaccio a pezzi.
Ebbene, U Tartan, abitava proprio in quel buco, che papà aveva prontamente lasciato libero, per non infastidire la creatura amica/nemica dei bambini.
Ricordo vagamente che al Tartan portavo (forse quando non avevo voglia di mangiarli) i biscotti avanzati della merenda.
Sembrava comunque gradire, perchè ritornando dopo poco, dei biscotti non vi era nemmeno l'ombra.
Non ho mai scoperto chi della famiglia si prendesse i biscotti o magari che animaletto li mangiasse.
Ma chissà...la fantasia, nella mia mente, una stanza l'ha ancora ora, quindi mi piace pensare che "U Tartan" uscisse con il suo muso dal buco e si mangiasse i biscotti.
E non mi spaventasse mai, nemmeno quando facevo i capricci, proprio per ringraziarmi del dono che gli lasciavo quasi tutti i pomeriggi...
Ci penso e ci ripenso ma non mi viene in mente nulla che mi spaventasse da piccola.
RispondiEliminaL'unica figura che i grandi usavano nel vano tentativo di spaventare me e le mie cucine era "l'uomo col saccone".
L uomo con il saccone...e che ti dicevano i tuoi di questo uomo?
RispondiEliminaIo e le mie cugine passavamo qualche settimana in estate nel paesino di mia nonna, la sera dopo cena giocavamo nella stradina fuori casa. Gli anziani della famiglia si sedevano sull'uscio di casa e quando si faceva tardi mio zio (cognato di mia nonna paterna) ci diceva sempre che se ci fossimo allontanate per giocare ( ci piaceva girare per i vicoletti per giocare a nascondino)o quando non volevamo rientrare per dormire, l'uomo con il saccone ci avrebbe prese. L'uomo con il saccone quando girava di notte fischiava e lui ci chiedeva sempre di stare in silenzio ed ascoltare il fischio che veniva da lontano, dalla montagna vicina.
RispondiEliminaBellissimo questo racconto...veramente suggestivo!Un fondo di verita` chissa`....
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