Ho deciso in questo momento di scrivere queste due righe.
Ogni abitazione del paesino ha un lume posto sull'uscio. La nebbiolina nell'ora del crepuscolo copre i boschi attorno e due gazze in lontananza si scambiano discorsi.
Questo contesto mi ha portato a discorrere con le donne anziane "du paìse" sulle tradizioni legate al periodo dei morti. Le riporto, così, qui di seguito.
In questi giorni ci si deve recare al cimitero per portare la "Galletta" ai defunti. (Fave dei Morti).
I letti devono essere freschi di bucato e sempre in ordine, la casa deve essere lustra e risultare ordinata in modo che le anime trovino accogliente e calda quella che un tempo fu la loro abitazione.
I nonni donano ai nipoti una candela di cera grezza che tutte le sere deve essere accesa per pochi minuti in modo tale da salutare gli spiriti dei defunti. Se la fiamma della candela guizza "a crìa" significa che il defunto è accanto a noi. I membri della famiglia dovranno così salutarlo con un cenno del capo.
La finestra di una stanza deve essere aperta perchè risulti più facile per gli spiriti l'entrare in casa.
Le Fave per il loro mesto e unico fiore scuro sono considerate il pasto del defunto, tanto che la notte di Ognissanti ne veniva preparo un piatto per i morti. C'era chi ne mangiava tre granelle perchè, si diceva, riportassero alla rinascita alla morte ed ancora alla rinascita.
Troveremo alcune di queste tradizioni approfondite nell'articolo inerente alle tradizioni di Ognissanti.
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