"Tasci,
Finisci de sugà.
Vegni in cà
L'ommu du Diàu
u vegne in sà.
L'ommu du Diàu
u te vegne a pigià".
In Liguria, nelle valli interne, le giornate in Autunno finivano, un tempo, con la campana delle diciassette. Durante la settimana i contadini lavoravano i campi fino all'ora che, in Estate, viene chiamata "della merenda". Difatti con l'arrivo dell' Autunno la merenda nei campi non la si fa più perchè a quell'ora vi è il rientro a casa.
Le donne, spesso, in questo periodo stavano a casa per far conserve e preparare i rimedi che avrebbero adoperato durante il lungo Inverno, non scendendo più nelle fasce per aiutare con la semina e il raccolto.
Il buio arrivava presto e con se portava le antiche fòe che per noi bambini molto avevano di oscuro e, a volte, terrificante.
Il paese di nonna è avvolto da un grande bosco con alberi di castagne, noci e nocciole. E' fitto, tanto che la sera all'imbrunire le ombre degli alberi sembra si trasformino in creature orrorifiche.
Nel tetto una famiglia di gufi tiene compagnia e la civetta, ancora, nelle sere d'Autunno canta tra gli alberi.
Queste erano le sere, quando, ancora molto piccola, seduta sul pavimento davanti alla stufa, con i calzettoni di lana grossa, mi accingevo ad assaporare ancora storie, che pareva arrivassero da un altro mondo.
Una di queste parlava "dell' Ommu du Diau" (l'uomo del Diavolo).
Dall'altra parte del bosco, vi era un piccolo abitato di poche case, forse cinque, dove per arrivarvi bisognava percorrere uno stretto sentiero tra gli alberi. Qui vivevano 4 famiglie, ognuna con bambini.
Una notte di fine Settembre tre dei sette bambini che vivevano in questo luogo sparirono nel nulla. Gli uomini dei paesi li cercarono incessantemente per giorni ma senza trovare nemmeno un indizio che potesse riportare ai piccoli.
Passarono così i giorni e arrivò pieno Autunno. I genitori disperati non si diedero per vinti e continuarono nella ricerca. Dopo poco però, accadde un fatto insperato. Dall'ultima casa del piccolo abitato si sentirono urla che sembrava fossero proprio di un bambino.
Gli uomini cosi', allarmati, andarono alla casa e, aperta la porta, si trovarono al cospetto di una scena raccapricciante. Un bambino era legato alla vecchia stufa oramai consumata dal fuoco Degli altri due nessuna traccia.
Uno degli uomini slegò il piccolo e lo consegnò alla madre che, in quei giorni, aveva pianto tutte le sue lacrime.
Cominciarono così a ispezionare tutta la casa. Arrivarono ad una cantina dove vi erano botti e vecchie giare per l'olio. E qui, trovarono due corpicini aimè senza vita. .
Questa casa era abitata da un vecchio chiamato "u storpiu" (lo storpio) perchè, pareva, avesse perso l'uso della gamba destra per la caduta di un albero tagliato.
Gli uomini allora, aspettarono che questo tornasse e, lo picchiarono talmente tanto da ridurlo in fin di vita.
L'uomo spirò la notte di san Giuda.
I corpi dei fanciulli furono così riconsegnati alle madri e sepolti nel piccolo cimitero della chiesa del paese.
Il corpo del vecchio venne gettato in una fossa appena fuori dal cimitero.
Da quel giorno, per le tre notti successive quella di san Giuda i bambini dei paesini limitrofi venivano portati in casa presto e molti genitori li facevano dormire nel proprio letto. Perchè, dicevano, l'ommu du Diau sembrava uscisse dalla sua casa e, attraversando il bosco giungesse nei paesi vicini per rubare i fanciulli portandoli a morire nella propria cantina.
Alcuni anziani ricordano voci di paese che dicevano che l'uomo rubasse i bambini per farne cibo per i maiali. Altri dicono che ne facesse sapone.
Non si saprà mai tutta la verità, si sa solo che molti nonni, ancora adesso, tendono a far dormire i nipoti con se e nei pomeriggi dei tre giorni successivi a quello di san Giuda i bambini vengono fatti rientrare presto nelle proprie case, perchè l'ommu du Diau attraverserebbe ancor ora il bosco.
Inquietante!
RispondiEliminaCome ti scrissi in un commento (articolo sul Tartan http://monicaechristian.blogspot.it/2013/01/quali-figure-vi-spaventavano-quando.html ) i miei zii per farci paura ci raccontavano dell'uomo col saccone.
Si....anche il Tartàn era una figura che spaventava i bambini. Ma alla fine ne esce una figura bonaria. Al contrario dell'ommu du Diau e dell'uomo con il saccone.
EliminaAnche nella sua versione di rapitore di bambini con il sacco in spalla, l'Uomo Nero non si fa mancare il sapore internazionale. Ne è un chiaro esempio l'Hombre del Saco spagnolo, derivato dalla figura reale di coloro che nel sedicesimo e diciassettesimo secolo andavano in giro a raccogliere orfani da portare agli orfanotrofi, che però non viene considerato una creatura soprannaturale ma una specie di assassino psicopatico a cui i genitori sono lieti di cedere i bambini disobbedienti.
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