La tavola è pronta. La candela è già accesa, e nonostante l'aria sia ferma, la fiamma fluttua come se una corrente d'aria fosse li, solo per lei.
Sulla tavola, il cesto con i melograni, le mele e le noci, è posto accanto alla prima zucca raccolta.
La sera la nebbia scende dal bosco. E' leggera, impalpabile. Gli alberi piano piano cambiano colore. I toni estivi del verde lasciano spazio al rosso, all'arancione ed al giallo.
Qualche foglia comincia a cadere, e nel silenzio della prima sera, si sente qualche riccio di castagna cadere a terra.
L'usignolo non canta più, come nelle calde notti estive. La cantilena del gufo, accompagna l'ululare dei lupi. In lontananza si sente lo scrosciare dell'acqua del tròggiù
Non si può più stare all'aperto, nemmeno seduti sulla panca in pietra, fuori dall'uscio di casa, il vento è freddo, e l'umido della notte oramai penetra nelle vesti.
La legna nella stufa scoppietta, e il profumo della zuppa di legumi, sovrasta appena quello delle rustìe (caldarroste) e delle gallette dei morti, che nel pomeriggio, le donne di casa hanno preparato.
Entrando nella vecchia cantina dietro casa, per prendere dell'olio, tra l'odore di umido e quello di antico, nonna, che mi ha accompagnata, comincia subito con il raccontare aneddoti riguardanti quasi tutti gli oggetti giacenti in quella parte di casa.
Il cesto di vimini, che il nonno confezionò quando lei rimase incinta, e che usava per andare a raccogliere gli zucchini, il basilico nell'orto e le uova nel pollaio.
La salea (saliera) in legno, che trovava il suo posto accanto all'enorme cappa del ronfòù.
Ferma, davanti ad una vecchia cantìa, che porta appesi moltissimi oggetti, comincia ad indicarli.
Pesi di ogni genere, una corona di peperoncini, ancora perfettamente integra nonostante gli anni.
Delle pannocchie oramai bucate dai tarli, una vecchia grattugia di legno, lievemente colorata di azzurro
Poi, dinanzi ai nostri occhi, i campanelli del nonno. Prendendoli, suonano mestamente ed il solo suono mi fa tornar bambina.
Il nonno, infatti, seduto sulla scala davanti a casa, mi raccontava come fosse una favola, che questi campanelli, durante la Luna di Ottobre suonavano, se lasciati fuori l'uscio di casa, nel momento in cui gli avi fossero passati, per far visita ai parenti.
Nonna conferma appunto, che i campanelli, fossero una specie di "avviso" dell'arrivo dei defunti, così come "ù crìà" della candela.
Forse, quella del nonno, era solo una fòa, raccontata per rendere ancora più magica la notte di Ognissanti. Posso però assicurare che i campanelli che ora sono qui, a casa nostra, appesi all'albero di alloro, appena fuori l'uscio, suonano.
Suonano. Dalla prima notte della lunazione di Ottobre.
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